
Il Dim Sum è la cucina della Cina meridionale, ormai molto nota anche da noi in Italia. L’amico e collega Marco Gemelli mi ha invitata a una curiosa “disfida” – che poi una disfida vera e propria non era ma piuttosto un confronto – tra lo chef hongkonghese Kin Cheung, del ristorante Element di via Pratese, e lo chef Salvo Pellegriti della Vetreria via via del Proconsolo. L’incontro si è svolto martedì 22 giugno nella spettacolare terrazza privata dell’Hotel La Scaletta di via Guicciardini, dalla quale si domina Palazzo Pitti, Boboli, il Forte Belvedere e una buona parte dei tetti, delle torri e dei palazzi del centro cittadino intorno a Ponte Vecchio. Salvo Pellegriti in effetti collabora anche con il ristorante dell’albergo e questo spiega la scelta.
Il menù era composto da 7 portate: 3 di Kin, 3 di Salvo e una a quattro mani. Le prime sei sono state tutte dedicate ai famosi ravioli al vapore, che Salvo ha interpretato in chiave tutta italiana. In pratica, lo chef ha interpretato in maniera Dim Sum 3 piatti della nostra tradizione, ovvero le lasagne, l’Amatriciana e Cacio & Pepe. Esperimento più che riuscito e anche molto divertente: nelle lasagne Dim Sum non mancavano neppure quelle deliziose crosticine che caratterizzano il piatto tradizionale. Kin invece ci ha deliziato con ravioli di tatufo nero al vapore con gamberi, raviolo aperto cotto al vapore con pollo funghi e gamberi e ravioli al ragù di anatra piccante (questi ultimi sinceramente strepitosi).
Il piatto a quattro mani, servito come ultima portata, è stato un bao al tè verde (ossia un panino prima cotto al vapore e poi grigliato) con anguilla a cottura lenta e salsa di senape.
I piatti sono stati accompagnati dai vini dell’azienda Podere Casaccia, che ha vigneti sulle colline che dominano Scandicci. L’azienda di Roberto Moretti e Lucia Mori è biodinamica, e nei 7 ettari di vigna sono coltivati i vitigni tipici della tradizione toscana: Sangiovese, Cannaiolo, Pugnitello, Foglia Tonda, Malvasia Nera, Trebbiano, Malvasia Bianca e Vermentino. Molto interessante il Sine Felle Ambrato, un Igt Toscana composto dalle tre uve a bacca bianca e lasciato a macerare sulle bucce per ben 9 mesi, per poi passare 6 mesi in barrique.
I piatti sono stati accompagnati dai vini dell’azienda Podere Casaccia, che ha vigneti sulle colline che dominano Scandicci. L’azienda di Roberto Moretti e Lucia Mori è biodinamica, e nei 7 ettari di vigna sono coltivati i vitigni tipici della tradizione toscana: Sangiovese, Cannaiolo, Pugnitello, Foglia Tonda, Malvasia Nera, Trebbiano, Malvasia Bianca e Vermentino. Molto interessante il Sine Felle Ambrato, un Igt Toscana composto dalle tre uve a bacca bianca e lasciato a macerare sulle bucce per ben 9 mesi, per poi passare 6 mesi in barrique.
Una serata incantevole, in ottima compagnia e in un luogo inaspettato, adesso devo solo prenotare una cena all’Element da Kin Cheung e una alla Vetreria da Salvo Pellegriti, oltre che una visita al Podere Casaccia dagli amici Lucia e Roberto.