Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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Il Frantoio Gaudenzi e l'Università di Perugia insieme per migliorare la qualità degli extra vergini

2/28/2018

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La presentazione dei nuovi oliveti di proprietà di Andrea e Stefano Gaudenzi a Evoo Days a Verona
Il Frantoio Gaudenzi e l’Università di Perugia hanno costituito una associazione temporanea d’impresa per il miglioramento delle qualità dell'extra vergine. Contemporaneamente, agli Evoo Days di Verona è stato presentato il progetto dei nuovi oliveti di Spoleto


 

L'attività di ricerca scientifica e di sperimentazione del Frantoio Gaudenzi, iniziata già da qualche anno in collaborazione con l'Università di Perugia, ha dato già importanti frutti, ma adesso questa collaborazione ha portato alla nascita di una associazione temporanea di impresa che dovrà realizzare un progetto nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Umbria 2014-2020 denominato “Termo condizionamento applicato alla pasta d’oliva”. Il progetto è incentrato sull’abbattimento della temperatura delle olive prima del loro ingresso nella gramola per poter mantenere le proprietà fenoliche dei frutti e quindi dare vita a oli di elevato contenuto salutistico e naturalmente anche dotati di un profilo organolettico importante e di una carica di profumi particolarmente elevata.
La Regione Umbria aveva emesso il bando nel luglio del 2016 e il Frantoio Gaudenzi, l’Università di Perugia, la società Landscape Office Agronomist di Perugia e l’Azienda Agricola Marco Proietti di Spoleto hanno deciso di unire le forze per presentare un progetto importante, i cui risultati diventeranno poi patrimonio comune di tutti gli olivicoltori umbri e italiani in generale. Le graduatorie sono state approvate nel settembre del 2017 e nel novembre successivo l’associazione temporanea d’impresa si è costituita ufficialmente alla presenza di un notaio.
Il progetto ha una durata triennale e a partire dalla prossima campagna di raccolta – che inizierà come sempre tra le fine di settembre e i primissimi giorni di ottobre – al Frantoio Gaudenzi, capofila del progetto, si comincerà la sperimentazione. In pratica, la temperatura delle olive sarà abbattuta di circa 15 °C in modo che i frutti entrino nella gramola a 11-12 °C. Il bando prevede la pubblicazione dei risultati in modo che questi poi possano essere utili a tutta l’olivicoltura umbra.
Nel frattempo, nel corso di Evoo Days - il forum organizzato da Veronafiere per la formazione e il networking della filiera dell’olio extra vergine di oliva – è stato presentato ufficialmente il progetto dei nuovi impianti di olivi nell’azienda acquistata nel 2017 da Andrea e Stefano Gaudenzi nella conca spolentina, all’interno della Dop Umbria. I lavori di impianto partiranno a ottobre prossimo e il progetto è stato realizzato dall’agronomo Andrea Sisti della Landscape Office Agronomist di Perugia. Lo stesso Sisti ha condotto la presentazione, che ha riscosso un profondo interesse da parte del pubblico presente a Verona nel corso delle due giornate di forum (19 e 20 febbraio). Si tratta infatti di impianti che utilizzeranno soluzioni tecnologiche assolutamente inedite nel nostro paese. I nuovi oliveti inoltre porteranno a un incremento importante del numero di piante di proprietà della famiglia e a un conseguente incremento di produzione di olio.
Il 2018 si prefigge dunque come un anno importante per il Frantoio Gaudenzi, che conferma la volontà di fare sperimentazione e ricerca e di collaborare con le istituzioni scientifiche del territorio per poter essere d’aiuto a tutta l’olivicoltura umbra.
Un percorso, questo, aperto da Francesco e Rossana e condiviso con i figli Andrea e Stefano che in qualità di giovani olivicoltori sono convinti che la ricerca sia alla base del loro futuro lavoro.
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La Mappa del Nizza Docg

2/26/2018

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Vigneti attorno a Nizza Monferrato. Foto WikiVinum
Il Monferrato è protetto dall'Unesco, e i suoi vigneti sono bellissimi. All'interno di questo paesaggio fantastico si trova la Docg Nizza, una piccola e prestigiosa denominazione che ha voluto avere la propria "mappa". La Mappa del Nizza, uno dei più moderni strumenti di rappresentazione di un territorio vitivinicolo, è stata presentata sabato 24 febbraio presso il Foro Boario di Nizza Monferrato, alla presenza di un folto pubblico di giornalisti, produttori e appassionati che sono accorsi per vedere da vicino i cru del Nizza. La Mappa sottolinea la volontà di crescere di questa giovane Docg, che con la vendemmia 2014 è passata da essere una sottozona della Barbera Superiore d'Asti a rappresentare una denominazione a se stante, con caratteristiche proprie. I produttori ci hanno sempre creduto, e hanno compiuto tutto i passi per arrivare a questo riconoscimento, lavorando sulla qualità del prodotto, impegnandosi nel farlo conoscere in Italia e all'estero, per poi finalmente arrivare a chiedere una denominazione che ha riconosciuto l'unicità di questo vino e ne ha fissato regole e confini.​
“Anche se contiamo ancora piccoli numeri, siamo il vino prodotto con uve Barbera che più è cresciuto in termini percentuali negli ultimi anni”, afferma con soddisfazione Gianni Bertolino, presidente dell'Associazione Produttori del Nizza, che conta 51 aziende associate. E i numeri di questa crescita sono importanti. Da un punto di vista di ettari vitati, nel triennio 2015-2017 quelli iscritti all'albo della Docg Nizza sono aumentati del 50% ogni anno, arrivando intorno ai 200 ettari, precisa Bertolino, sono meno di un terzo di quelli stimati come potenziale della denominazione, che si aggira intorno ai 700-750 ettari.
Dal punto di vista degli ettolitri di Nizza Docg prodotti, anche in questo caso il triennio 2015-2017 sta segnando crescite di circa il 45% all'anno. Nel 2017 gli ettolitri prodotti sono stati 8.754, contro i 5.978 dell'anno precedente.
Una denominazione in forte ascesa e molto vivace, dunque, anche grazie a un gruppo coeso di produttori e di un cambio generazionale avvenuto in tempi recenti che vede a dirigere gran parte delle aziende giovani imprenditori, animati da spirito di iniziativa e di una gran voglia di far apprezzare sempre di più il Nizza in Italia e nel mondo.
La realizzazione della Mappa del Nizza rientra in questa volontà dei produttori di dare agli operatori e agli appassionati un ulteriore strumento di conoscenza del territorio. Per questo l'Associazione l'anno scorso si è rivolta ad Alessandro Masnaghetti di Enogea per “mappare” il proprio territorio, evidenziandone i cru e le loro peculiarità.
Masnaghetti non è certo nuovo a questo tipo di lavoro, visto che ha già realizzato una trentina di mappe tra Italia e Francia (Médoc e Sauternes) e che da un paio di anni sta lavorando in Napa Valley con Antonio Galloni di Vinous. I vitivinicoltori piemontesi per primi hanno percorso la strada delle mappe che si basano su un lavoro capillare, per arrivare ad avere una visione di insieme di una determinata zona di produzione.
 Per realizzare la Mappa del Nizza ci sono voluti molti mesi di lavoro, durante i quali Masnaghetti ha battuto il territorio palmo a palmo e ha incontrato i produttori. Secondo Masnaghetti, la tradizione locale è l'elemento fondamentale per delimitare i confini di un cru, perché sono proprio coloro che hanno vissuto il territorio da generazioni che hanno la memoria storica dei toponimi e delle posizioni delle vigne. Altro elemento importante per arrivare a definire estensione e morfologia di un cru è il paesaggio, perché proprio i cambiamenti di paesaggio e di vegetazione danno indicazioni importanti sulla tipologia di suolo e di conseguenza segnano dei confini, dei mutamenti.
Uno studio affascinante, dunque, che non equivale a una zonazione ma che fotografa in maniera precisa il territorio di produzione del Nizza, con i suoi 18 Comuni. E un nuovo importante strumento per promuovere un territorio bellissimo tutelato dall'Unesco.
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