Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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I vasi vinari in cocciopesto di Drunk Turtle

3/27/2015

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Moreno Chiarugi è un architetto di Pontedera, in provincia di Pisa. Il suo interesse per il mondo del vino è nato qualche anno fa in seguito alla ristrutturazione dell'Hotel Il Tombolo di Donoratico per conto di Antinori. Ma al contrario di quanto potremmo pensare, Moreno Chiarugi non si è dedicato alla progettazione dell'ennesima cantina d'autore, ma di vasi vinari con particolari caratteristiche che favoriscano i movimenti convettivi del vino. I moti convettivi sono quelli che fanno sì che i lattobacilli che nel corso della fermentazione si trovano in basso a contatto con le fecce, salgano verso l'alto, garantendo ossigenazione e il rimescolamento del mosto. La forma ideale di un recipiente per favorire appunto questi moti è la forma a uovo, e Chiarugi è partito da questa per per progettare il suo vaso vinario. Allo stesso tempo, era necessario poter realizzare un vaso vinario dalle grandi dimensioni, visto che le famose anfore che da qualche anno alcuni produttori hanno iniziato a utilizzare per la fermentazione hanno il grosso limite di essere piccole. Essendo costituite da materiale che deve essere cotto nei forni è evidente che non si riesce a ottenere vasi di dimensioni importanti, capaci di contenere ettolitri di mosto.

Moreno Chiarugi mette subito in chiaro che lui non ha inventato niente, perché il materiale che ha utilizzato era già ben noto ai romani e Vitruvio ne parla ampiamente nel suo celebre trattato “De Architectura”. Si tratta del cocciopesto, che i romani chiamavano opus signinum e che veniva utilizzato soprattutto per rivestire le cisterne e le vasche termali. Il cocciopesto nasce dalla mescola cruda di laterizi macinati, sabbia, legante cementizio, acqua fibre di canapa e di cotone. Già i romani avevano capito che questo materiale che non aveva bisogno di cottura aveva il pregio, una volta seccato, di diventare molto resistente e impermeabile, tanto da che lo utilizzarono anche nella realizzazione di alcune strade che attraversavano l'Impero. Moreno Chiarugi in realtà aveva già usato il cocciopesto in alcuni progetti, e ha ritenuto che il materiale avesse le caratteristiche adatte per progettare un vaso vinario di grandi dimensioni. La società fondata appositamente per la realizzazione dei vasi in cocciopesto, e che ha il nome evocativo di Drunk Turtle, attualmente ne produce di due dimensioni: da 1.000 e da 1.700 litri, ma si sta lavorando alla progettazione di vasi da 2.500 e 3.550 litri. Il loro aspetto ricorda quello di un'anfora (dalle enormi dimensioni, naturalmente) con una solida base e con il portello in acciaio esattamente come i fermentini classici. Insieme a Moreno in questa avventura collabora l'avvocato Duccio Brini proprietario dell'azienda Il Conventino di Montepulciano, e la sperimentazione vinicola è chiaramente delegata a lui. Attualmente al Conventino il vino è stato messo in un vaso da 1.000 litri.

Le dimensioni di un vaso da 10 ettolitri sono: 194 centimetri di altezza per un peso di 1.250 chili. La parte più difficile della progettazione è stata quella relativa agli spessori, che non sono costanti visto che all'interno il vaso ha appunto la forma di un uovo. Tuttavia le difficoltà sono state superate e la vendita dei vasi è già iniziata, per altro con un certo successo. Il costo del vaso da 1.000 litri è di 6.250 euro (Iva esclusa), mentre quello da 1.700 litri costa 7.540 euro (sempre Iva esclusa).

E' poi possibile personalizzare i vasi, magari con i colori o il marchio dell'azienda, ma si può anche sbizzarrirsi: Moreno Chiarugi al Vinitaly ha portato un vaso omaggio a Mondrian e un altro ispirato all'artista pop Keith Haring. Per maggiori informazioni contattare Drunk Turtle: info@drunkturtle.it.



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Il Frantoio Gaudenzi torna a Sol

3/19/2015

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Il Frantoio Gaudenzi torna a Sol&Agrifood:

unico olio umbro di tutto il salone

Verona, 22-25 marzo 2015

Hall C – stand A 42       

 

La presenza del Frantoio Gaudenzi a Sol&Agrifood rappresenta un momento particolarmente significativo per l’olivilcoltura umbra. Dopo un’annata difficilissima che ha messo a dura prova anche i migliori produttori di extra vergine italiani, il Frantoio Gaudenzi ha portato finalmente l’Umbria sul podio del Sol d’Oro, con un bellissima medaglia di bronzo nella categoria fruttato intenso.
La medaglia è stata vinta da Quinta Luna, la selezione della famiglia Gaudenzi più nota e apprezzata dai consumatori nazionali e internazionali.
Ma prima di conoscere il risultato del concorso internazionale, la famiglia Gaudenzi aveva deciso di tornare dopo alcuni anni di assenza a Sol&Agrifood. Non è certo un ritorno casuale questo, ma nasce dalla consapevolezza che proprio nei momenti di maggiore difficoltà per il settore i produttori più significativi, quelli che hanno saputo affrontare l’annata 2014 senza particolari problematiche, devono dare il massimo per sostenere l’intero comparto.
E proprio mettendo in assaggio le selezioni prodotte con il raccolto 2014 la famiglia Gaudenzi intende dimostrare che l’olivicoltura umbra è capace di essere un fuori classe anche in annate complesse.
Ma al Sol&Agrifood di Verona il Frantoio Gaudenzi non arriva soltanto con la medaglia di bronzo del Sol d’Oro, perché anche la “Guida agli oli d’Italia 2015” del Gambero Rosso non ha deluso le aspettative di Francesco, Rossana, Stefano e Andrea assegnando loro le ambitissime 3 Foglie ancora una volta a Quinta Luna, mentre 1950 si è aggiudicato le 2 Foglie Rosse, ossia il riconoscimento che indica che si è a un passo dall’eccellenza.
Infine, Quinta Luna è stato per la terza volta eletto Olio Slow dalla Guida agli oli di Slow Food. Come è noto, gli oli slow sono quelli che non solo si caratterizzano per l’elevatissima qualità e le eccelse caratteristiche organolettiche, ma che si distinguono anche per la perfetta aderenza al territorio di origine e per la produzione particolarmente rispettosa dell’ambiente.



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Il Frantoio Franci eletto miglior frantoio dal Gambero Rosso

3/18/2015

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Arriva per la famiglia Franci

il riconoscimento di miglior frantoio oleario

dalla “Guida agli oli d’Italia” del Gambero Rosso



Montend’Orcia, 18.3.2015

I premi, “pesano” anche in proporzione al momento storico nel quale vengono dati. Non è una novità che la stagione olearia 2014 non sia stata delle più felici, e lo stesso Giorgio Franci lo ha ammesso più volte senza difficoltà.

Ecco perché l’essere eletto miglior frantoio oleario dalla “Guida agli oli d’Italia 2015” del Gambero Rosso proprio adesso, ha un peso specifico maggiore che in momenti in cui i produttori festeggiano annate particolarmente fortunate e facili da interpretare. E’ “quando il gioco si fa duro” che emergono chiaramente coloro hanno saputo negli anni investire maggiormente in conoscenza e che hanno saputo far tesoro dell’esperienza. Per sopravvivere con successo a un’annata come il 2014, in effetti di esperienza ne occorreva molta e, unita a questa, anche una buona capacità di prevedere le problematiche e di gestirle in tempo.

Con questo spirito Giorgio Franci e la sua famiglia hanno affrontato l’annata 2014, riuscendo a volgere in positivo un’annata che era sì partita bene, ma che durante i mesi estivi aveva fatto temere il peggio.

Per questo il riconoscimento di miglior frantoio oleario assume un contorno così importante: dopo tutti i premi vinti in Italia e all’estero, l’essere riusciti a confermare il primato anche nel 2014 è motivo di orgoglio per tutto il team del Frantoio Franci. Un team che ogni giorno si impegna non soltanto per produrre extra vergine di elevatissima qualità, ma anche per promuovere la cultura dell’olio d’oliva nel mondo. Da anni Giorgio Franci infatti si batte affinché l’extra vergine venga riconosciuto come elemento essenziale per una dieta sana ed equilibrata e valorizzato per le sue notevole qualità salutistiche. In alcuni paesi orientali l’olio extra vergine viene già considerato una sorta di elisir di lunga vita e come tale consumato quotidianamente. In questi paesi per altro ormai è noto che l’amaro e il piccante dell’olio sono sinonimi di elevato contenuto di polifenoli, i componenti all’origine delle proprietà salutistiche dell’olio. In Italia, il paese dell’olio per eccellenza, c’è ancora molto da fare per educare i consumatori e per questo la famiglia Franci da anni ha aperto il proprio frantoio alla visite e a una vera scuola dell'olio dalla quale sono passate scolaresche, buyers, store manager, giornalisti e addetti ai lavori in genere. In queste occasioni, si parla di olio extra vergine di oliva più che di Frantoio Franci, si insegna a riconoscere il vero extra vergine e a usarlo correttamente nella dieta quotidiana.




Insieme al premio di miglior frantoio oleario la guida del Gambero Rosso ha anche assegnato le 3 foglie – il simbolo dell’eccellenza – a ben tre selezioni del Frantoio Franci: Villa Magra Grand Cru, Villa Magra e Olivastra Seggianese.




Il Frantoio Franci come sempre sarà presente a Sol (Verona, 22-25 marzo) presso la Tensostruttura C, stand A 38).


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