Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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Finalmente torna Quinta Luna

9/27/2016

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Da sabato 1° ottobre tutti al Frantoio Gaudenzi di Trevi per il nuovo olio


Quinta Luna compie dieci anni, e nel corso di questi suoi due primi lustri di vita ha ottenuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. Tra questi ci piace ricordare il suo ingresso nella Top 20 mondiale della Guida Flos Olei di Marco Oreggia, le quattro volte dell’ottenimento della menzione di Olio Slow sulla Guida di Slow Food e l’assegnazione delle 3 foglie da quella del Gambero Rosso, anch’essa avvenuta ben più di una volta. Quinta Luna inoltre è stato il primo olio umbro a salire sul podio di Sol, il concorso internazionale indetto da Vinitaly.

Quinta Luna è quell’extra vergine che per anni è stato il primo a essere franto in Italia a inizi ottobre, creando una sorta di vera e propria “febbre dell’olio” tra consumatori e appassionati. Le file al frantoio Gaudenzi per aggiudicarsi le prime bottiglie di Quinta Luna sono diventate con il tempo il segnale di partenza della nuova campagna olearia italiana. Per questo qualcuno lo ha chiamato “il novello dell’olio”: perché era il primo in assoluto, e in qualche modo ha funzionato da sentinella dell’annata. Non pochi sono stati poi i produttori che hanno deciso di anticipare raccolta e frangitura perché hanno capito che Quinta Luna – ben lungi dall’essere un fenomeno di marketing – aveva indicato una strada precisa, quella della raccolta di olive sane e partire dalla quinta luna dopo la fioritura per dare vita a oli fragranti e di altissima qualità.
Ma Quinta Luna resta soprattutto l’extra vergine più amato dai consumatori che anno dopo anno arrivano al frantoio della famiglia Gaudenzi per il consueto approvvigionamento annuale di olio.
Per questo Rossana, Francesco, Stefano e Andrea Gaudenzi hanno deciso per questa nuova annata olearia di “regalare” a Quinta Luna la medaglia del decennale, impreziosendo l’etichetta con una luna dorata che sorride.
Una luna che sorride ai suoi dieci anni di vita così densi di avvenimenti e all’avvicinarsi della fatidica data di sabato 1° ottobre quando al frantoio Gaudenzi si rinnoverà la febbre dell’olio. Come sempre, le prime bottiglie di Quinta Luna saranno in vetro trasparente per esaltare il colore dell’olio nuovo non filtrato. 

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Le migliori 8 schiacciate di Firenze e provincia 

9/14/2016

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Aset, l’Associazione della Stampa Enogastroagroalimentare Toscana
Premia le migliori schiacciate di Firenze e Provincia
 
Martedì 20 settembre 2016
Ore 19
Hotel Regency

Piazza D’Azeglio - Firenze
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L'evtoUn tardo pomeriggio dedicato a uno dei prodotti agroalimentari più celebri della Toscana: la schiacciata con l’olio. E’ il nuovo appuntamento indetto da Aset (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) che da due anni lavora sulla schiacciata censendone le tipologie e i diversi procedimenti produttivi. Nella prima fase del censimento, presentato all’Accademia dei Georgofili, Aset aveva avuto anche una importante collaborazione con l’Accademia della Crusca che ha censito tutti i nomi (circa 600) con i quali la schiacciata toscana viene denominata nella varie zone della regione. Il censimento aveva portato all’individuazione di cinque macrotipi di preparazione della schiacciata.
Stavolta Aset ha deciso di dedicarsi all’assaggio vero e proprio, con i suoi giornalisti associati che hanno setacciato i forni di Firenze e della provincia alla ricerca delle migliori schiacciate tradizionali. Le migliori otto (quattro di Firenze e quattro della provincia) saranno in degustazione all’Hotel Regency di Piazza D’Azeglio a Firenze in un evento aperto al pubblico che si terrà nello splendido giardino dell’albergo.
Per partecipare alla serata, che è a posti limitati, è obbligatoria la prenotazione. Il  costo è di 12,00 euro, e comprende l’assaggio delle otto schiacciate selezionate dai giornalisti Aset in abbinamento a Prosecco. 
​L'evento è patrocinato dalla Camera di Commercio di Firenze. 

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Il Museo degli Innocenti a Firenze 

9/1/2016

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Uno dei putti di Andrea Della Robbia
Ho visitato il Museo degli Innocenti, riaperto dopo una lunga ristrutturazione a giugno scorso. Per noi fiorentini lo Spedale degli Innocenti, con il suo bel portico di Brunelleschi, fa parte della storia della città esattamente come la Cupola e il Campanile di Giotto. Ma lo Spedale è soprattutto il simbolo di quella sensibilità verso i meno fortunati che già agli inizi del Quattocento faceva ampiamente parte dello spirito cittadino. Primo brefotrofio del mondo, nelle sue stanze sono cresciuti migliaia di bambini abbandonati oppure affidati da genitori indigenti alle cure dello Spedale. Qui è nato uno dei primi modelli di istruzione – compresa quella femminile – e con il passare dei secoli a questi bambini è stato dato un lavoro e soprattutto una possibilità di riscatto sociale. Commoventi sono le testimonianza audiovisive di alcune signore fiorentine qui cresciute che hanno voluto regalare al museo e a tutti noi la propria storia.

​
PictureLo stemma in pietra dello Spedale degli Innocenti
Il museo è bellissimo e assai ricca la collezione di opere di proprietà dello Spedale esposta al pubblico. Vi si ammirano opere di artisti come Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Piero di Cosimo, ma è evidente che sono i dieci putti di Andrea Della Robbia a catturare maggiormente l’attenzione del visitatore. Questo perché da sempre sono il simbolo dello Spedale e perché normalmente li vediamo in alto a ornamento dei bellissimi archi del Brunelleschi, che personalmente ritengo il simbolo dell’armonia dello stile fiorentino. Adesso invece, e almeno fino a tutto settembre, sono ben esposti in una sala dopo un accurato restauro, e si possono ammirare da vicino. I loro volti ci raccontano molto di più delle classiche espressioni dei lattanti. Questi bambini non guardano mai di fronte a sé, ma i loro occhi sono rivolti in basso. Certamente Andrea Della Robbia ha scelto questa espressione perché sapeva che i suoi putti sarebbero stati posti in alto. Ma a vederli così da vicino, sembra che non ci vogliano guardare per paura di essere respinti, mentre le loro braccine allargate chiedono grazia e conforto. Queste manine aperte alla carità dovrebbero far riflettere tutti noi, così pronti a “respingere” e sempre meno pronti ad “accogliere”. Dovrebbero essere stimolo per un rinascimento del sentimento dell’accoglienza, intendendo per accoglienza un processo culturale pienamente integrante in quelle che sono le migliori consuetudini di convivenza sociale alle quali l’Occidente ha dato vita. 


​

PictureIl Cortile delle Donne
Mia figlia ha passato all’interno dello Spedale degli Innocenti due anni di asilo nido e tre anni di materna. Sono stati anni importanti, di formazione e crescita intellettuale. Sono stata felice di tornarci con lei e rivedere i luoghi noti e scoprirne altri ancora non visti. Lo Spedale è ancora un luogo per i bambini, sia per quelli fortunati che per quelli bisognosi di aiuto. Tutti crescono insieme nei nidi e nelle classi della materna, insieme giocano e insieme imparano. Le diversità nascono dopo, e sono diversità necessarie. Ma questi anni di uguaglianza devono pure lasciare un loro segno.
Andate al Museo degli Innocenti, non è soltanto un’esperienza di alto valore culturale. C’è ancora tanta umanità che respira viva tra quelle mura. 

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Un altro putto di Andrea Della Robbia
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I dieci putti di Andrea Della Robbia esposti fino a tutto settembre nel Museo degli Innocenti
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