
Marco Vichi, il padre del commissario Bordelli,
a cena a I Balzini in occasione
della presentazione del suo nuovo romanzo
“La vendetta”
Barberino Val d’Elsa, 10.5.2012
“Ho iniziato a bere vino nel 1992, quando è morto mio padre. Fu lui nel 1958 ad acquistare la proprietà all’Impruneta dove oggi abito. Produceva sia vino che olio, ma io non mi sono interessato al vino fino alla sua morte. Iniziare a bere vino è stato un po’ come continuare il rapporto con lui. Mi sono appassionato, e oggi quando la mia cantina scende sotto le 100 bottiglie entro in crisi”. Così lo scrittore Marco Vichi – autore di una fortunata serie di polizieschi ambientati nella Firenze anni Sessanta e che vedono protagonista il commissario Bordelli – descrive il suo rapporto con il vino, mentre sorseggia una delle etichette prodotte da I Balzini.
Invitato da Antonella D’Isanto in occasione della sua prima presentazione toscana del nuovo romanzo “La vendetta”, Marco Vichi per una sera è stato circondato dal vino e da un nutrito gruppo di giornalisti della stampa enogastronomica. Una tavolata assai conviviale che per una sera ha trasformato la bella sala di degustazione de I Balzini in una sorta di cenacolo eno-letterario, allietato dai piatti preparati personalmente da Antonella e dalla giovane figlia Diana, entrambe raffinatissime cuoche.
“Questi vini hanno un filo conduttore ben riconoscibile e non saprei dire quello che preferisco. Mi piacciono molto e sono affascinato dalla loro coerenza e appunto da questa base comune che mi ha accompagnato per tutta la serata”: questo il commento di Marco Vichi sui vini di Antonella e Vincenzo D’Isanto, che hanno offerto all’autore e agli altri ospiti una carrellata completa della propria produzione.
La serata è stata il coronamento della presentazione del romanzo “La vendetta” che si era tenuta presso la Sala Espositiva Ugo Capocchini del Comune di Barberino nel pomeriggio. Una presentazione molto animata da domande del pubblico, che ha mostrato tutto l’affetto con il quale segue le fatiche letterarie dello scrittore fiorentino. Marco Vichi ha parlato dei suoi maestri - da Dostoevskij a Dürrenmatt, da Beppe Fenoglio a Primo Levi -, della sua particolare tecnica di scrittura che fa sì che l’intreccio si componga pagina dopo pagina e della figura del commissario Bordelli, che deve molto alla storia di suo padre. “Quando scrivo non so mai cosa accadrà alla pagina successiva. Scrivo da lettore, per vedere come la storia andrà a finire. Non creo niente e non invento niente, mi limito a scoprire.”
Alla fine della presentazione l’assessore Silvano Bandinelli ha strappato a Vichi la promessa di presentare in anteprima assoluta a Barberino il suo prossimo romanzo, e c’è da credere che Antonella non si farà sfuggire l’occasione per invitare nuovamente a cena l’autore e di riorganizzare un’altra serata eno-letteraria allietata da tutte le grandi etichette de I Balzini.