Ma la pettegola – nell’immaginario collettivo – è prima di tutto una persona che “spettegola”, appunto. Infine, La Pettegola è anche il nome di un vino: il Vermentino di casa Banfi che non a caso nasce in Maremma, ossia in una delle zone d’elezione dell’uccello che gli ha dato il nome.
Con un nome del genere si potrebbe certamente giocare e l’equivoco potrebbe durare all’infinito, e non a caso dal 2012, suo anno di nascita, La Pettegola ha fatto molto parlare di sé. Perché è un ottimo Vermentino e perché si abbina a tante occasioni, ma anche perché da quattro anni la celebre cantina con sede a Montalcino ha deciso di farne delle edizioni limitate con etichetta disegnata da artisti.
Sulle 300.000 bottiglie prodotte ogni anno la Limited Edition ne copre solo 15.000, ed è partita la caccia a quella appena uscita (annata 2020) che è stata affidata alle mani e all’estro di Elena Salmistraro, giovane designer laureata al Politecnico di Milano che vanta collaborazioni importanti e già numerosi premi.
Elena Salmistraro si è cimentata nella ideazione e realizzazione di un’etichetta per la prima volta, e la sua idea creativa è brillante e divertente. Una pettegola (l’uccello, s’intende) molto ciarliera racconta una storia a una fanciulla che pare sconcertata da quanto ascoltato, tanto da restarne immobile e con le guance arrossate. Chissà cosa le starà raccontando la pettegola.
E’ un’etichetta molto bella, arricchita da inedite soluzioni tattili che la rendono diversa a seconda che si tocchi le parti lucide, quelle rigate o quelle lisce. I colori sono allegri ma non accesi, e fanno venire voglia d’estate, di mare e di Maremma. Il sole splende e irradia pettegola e ragazza e ci porta in una terra bella e ricca, dallo spirito vivace e colorito, ricca di vini e di acque.
E mentre la guardo, girandola da destra a sinistra seguendo il flusso del ciarlare della pettegola, continuo a chiedermi: “Ma cosa le starà dicendo si così sconvolgente”?