
![]() Panorama di Montalcino Quanto accaduto nella notte tra il 2 e il 3 dicembre nella cantina di Soldera a Montalcino lascia sgomenti: qualcuno ha sfondato una finestra (antisfondamento) e ha aperto i rubinetti di tutte le botti della cantina. Il risultato è che oltre 600 ettolitri di Brunello di Montalcino sono finiti nelle fogne portandosi via la produzione degli anni che vanno dal 2007 al 2012. Sei vendemmie preziose di uno dei produttori più significati di Montalcino, poco amato - è vero - e spesso scomodo, ma comunque un grande. Gianfranco Soldera, originario di Treviso ma vissuto a Milano e approdato a Montalcino dopo molti anni passati come broker assicurativo, non ha mai avuto peli sulla lingua, e questa sua capacità di denuncia lo ha visto accusato di aver dato vita a Brunellopoli, la più grande operazione condotta dalla Guardia di Finanza tra i vigneti ilcinesi, che ha messo in luce (oltre a tante piante di Cabernet e di Merlot) una situazione nota a tanti di noi giornalisti ma sulla quale avevano chiuso gli occhi in tanti, per complicità e convenienza. Il Brunello prodotto con buona parte di Merlot e Cabernet è stata la strada più facile per compiacere quei palati, statunitensi soprattutto, che non capiscono il Sangiovese e che, fedeli ai diktat di Robert Parker, volevano soltanto vini ricchi di corpo, alcol e legno. In altre parole, vini privi di personalità ma certamente più facili da capire per chi non ha voglia di impegnarsi. Pochi anni prima dell'avvento di Brunellopoli avevo conosciuto Soldera e avevo degustato i suoi vini insieme a lui. In effetti tra il suo Brunello e buona parte degli altri c'era un abisso, e non era possibile non farsi venire qualche dubbio. Personalmente non so se Soldera abbia denunciato qualcuno. Probabilmente no: le sue denunce sono state pubbliche e generali, senza aver bisogno di additare qualcuno in particolare. Ricordo che all'inizio di Brunellopoli il Consorzio ha brillato per incapacità di reazione, e l'ufficio stampa milanese che è stato chiamato a rispondere alle domande di noi giornalisti non ha certo reso un buon servizio ai produttori, a partire da quelli onesti. Poi c'è stata la presidenza di Rivella, l'uomo meno adatto a ridare un'immagine positiva al Consorzio. Per fortuna la maggioranza dei produttori è riuscita a evitare la trappola di cambiare il disciplinare del Rosso di Montalcino proposta proprio dalla presidenza Rivella e a lasciare le cose come stanno. Ma evidentemente gli animi degli ilcinesi non sono tranquilli, perché la causa di quello che è accaduto nella cantina di Soldera non penso che vada ricercata tanto lontana dalle mura della bella cittadina della campagna senese. Non so chi è stato, naturalmente, e probabilmente non lo sapremo mai. Ma è un segnale duro e pesante, e al di là delle indagini delle forze dell'ordine sarà bene che tutti noi teniamo gli occhi aperti, perché a Montalcino c'è del marcio, anzi ce n'è parecchio.
2 Comments
berto
12/11/2012 03:00:20 am
concordo su tutto tranne: "Montalcino c'è del marcio, anzi ce n'è parecchio".
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Patrizia
12/11/2012 02:59:51 pm
Caro Berto, grazie per il tuo commento che mi offre la possibilità di spiegarmi meglio. Quello che intendevo dire affermando che c'è parecchio marcio a Montalcino non si riferiva a a fatti precisi, ma a un clima che si respira in quella cittadina che pur essendo assai aperta al mondo (Montalcino è un caso unico in Italia di convivenza di quasi 50 diverse nazionalità di residenti, e per questo studiato come esempio) rimane arroccata e molto chiusa in se stessa. Come se in effetti avessero paura di aprire le porte veramente. Sono gli unici che a livello toscano mettono un no deciso all'ipotesi, ben vista dal governo regionale, di organizzare un'unica anteprima in un unico luogo per tutte le principali denominazioni di origine toscana, per esempio. Si sentono diversi da tutti e spesso migliori degli altri e poi non rispettano le regole produttive fino a diventare oggetto di una maxi inchiesta della finanza. Sono sospettosi tanto da indicare in Soldera l'autore di una famigerata lettera alla Procura di Siena che per la verità nessuno ha mai visto e letto. A me sinceramente questo mi pare un po' marcio e indice di una limitata capacità di vedere e considerare le cose nel loro insieme. In fondo, forse è solo un piccolo specchio del nostro paese, dove la lungimiranza è una parola pressoché sconosciuta.
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Author"O rinnovarsi o morire", questo il mio motto, come diceva Gabriele d'Annunzio Archives
February 2016
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