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Chi sono io per giudicare? 

2/10/2016

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“Chi sono io per giudicare?”, la celebre frase di papa Francesco era riferita, come tutti ben sappiamo, al mondo degli omosessuali. Io voglio provare invece a riferirla al mondo del Family Day. E allora: “Chi sono io per giudicare?” Probabilmente nessuno; eppure non posso negare che quelle persone, giovani e adulti, vecchi e bambini, quelle famiglie che hanno sfilato per il Family Day mi mettono profondamente a disagio e mi danno anche un grande senso di estraniazione.
Ma chi sono io? Sono una eterosessuale sposata con prole. Ma sono anche stata per tanti anni genitore unico, e non posso dimenticare le angosce provate per la paura che mi potesse accadere qualcosa. Cosa sarebbe accaduto a mia figlia se io fossi morta per malattia o incidente? Dunque, qualche ragione per giudicare ritengo di averla, e posso dire che quelle famiglie, così convinte di essere nella ragione assoluta – terrena e divina – mi danno profondamente fastidio.

Cos'è la famiglia? Per me la famiglia è il luogo degli affetti e del soccorso. Questo significa che la famiglia è un concetto vago, perché ognuno di noi questo luogo degli affetti e del soccorso può trovarlo al di fuori del nucleo familiare inteso in senso stretto, ossia quello codificato dalla legge dell'uomo (che lo sia anche dalla legge divina nutro dei seri dubbi).
Per anni ho considerato come mia famiglia quelle due amiche fantastiche che mi accompagnano da anni e che mi hanno raccolta e confortata anche quando sapevano che stavo sbagliando in pieno (e spesso lo sapevo anche io). La famiglia è il luogo dell'accettazione, del non giudizio e del dubbio. Il dubbio, questo strano concetto così alieno dall'uomo moderno che vive di certezze. Solo con il dubbio invece si conquistano delle verità, mai assolute per carità, ma a noi piccoli mortali bastano delle verità piccole, che ci facciano crescere in consapevolezza e fiducia, e che ci facciano guardare il mondo a occhi aperti.
Ecco, io penso che le famiglie del Family Day vivano con gli occhi chiusi. Non vedono evidentemente quelle centinaia di bambini italiani con due mamme o due babbi che vanno a scuola con i loro figli e che con loro dividono giochi e apprendimento. Cosa ne facciamo di questi bambini? Vogliamo buttarli via? Veramente pensano che bloccare una legge o riuscire a farne abortire (non uso questo verbo a caso) una parte cancelli i mutamenti in essere nella nostra società o i desideri dei singoli? Le famiglie omosessuali sono un dato di fatto, e se ne ha preso atto papa Francesco forse le altre famiglie, quelle del Family Day, dovrebbero fare altrettanto e darsi pace.
Infine, un pensiero per Grillo e per la sua libertà di coscienza. Personalmente dubito che questa sua ultima sortita derivi da una volontà di lasciare ai singoli parlamentari del Movimento una libertà di riflessione interiore che faccia entro ognuno di loro chiarezza sul voto da dare. Penso al contrario che sia l'ennesimo tentativo di dare fastidio al governo Renzi. Io sono fiorentina, e posso assicurarvi che i modi di fare di Renzi mi infastidiscono al pari delle famiglie del Family Day. Questa città che ha dato vita all'Umanesimo (si parla sempre di Rinascimento, ma la vera rinascita va fatta risalire all'epoca precedente, ossia a quella dell'Umanesimo) difficilmente può riconoscersi nei toni arroganti cui spesso il nostro premier ricorre. Tuttavia, questo è il primo governo italiano che prende sul serio la materia dei diritti civili e che sta cercando di portare l'Italia a un livello di decenza sociale. Solo per questo tollero i toni sarcastici di Renzi e quella sua spavalderia che ritrovo così poco nell'indole della mia città.
E per chi non è fiorentino vorrei ricordare che proprio grazie all'Umanesimo e alla riscoperta della Grecia, a secoli di distanza, ossia negli anni Settanta del secolo scorso, gli omosessuali e i trans italiani spesso decidevano di venire a vivere a Firenze, perché la città li accoglieva senza troppi pregiudizi. Saremo anche antipaciti e presuntuosi, ma in quanto a tolleranza e a modernità non prendiamo lezioni da nessuno, né dalle famiglie esclusiviste del Family Day né da un ex comico alleato con un catastrofista visionario che in tanti anni di vita non ha neppure imparato a usare un semplice pettine.


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