
Stamattina al Palazzo dei Congressi di Firenze si è tenuto il convegno "Credito: sviluppo nel settore vitivinicolo" organizzato dal Consorzio Vino Chianti. Nella sua prolusione di inizio lavori, il presidente del Consorzio Giovanni Busi ha lanciato una pesante accusa alle banche e a Fidi Toscana: nonostante l'accordo siglato nel 2011 tra Regione Toscana, Fidi Toscana e i grandi consorzi del vino, i termini dell'intesa sono rimasti lettera morta. Secondo Busi il problema nasce dal sistema di rating che si basa su criteri non adeguati alle aziende agricole e realizzati a suo tempo per imprese industriali e commerciali, che hanno tempo di realizzo e di guadagno ben più brevi di quelle agricole. Alle accuse ha subito risposto Giovanni Ricciardi di Fidi Toscana, che ha replicato che in realtà sono le aziende agricole che non richiedono finanziamenti. Secondo Ricciardi il comparto agricolo toscano sta godendo di risorse ben più ingenti rispetto agli altri settori produttivi, eppure le aziende non richiedono crediti. Secondo Ricciardi le poche richieste di finanziamento pervenute sono state quasi tutte accolte, e l'incidenza di bocciature è allo stato attuale molto bassa. Insomma, non è colpa di Fidi Toscana se le richieste di finanziamento non arrivano.
Possibile che in una Regione come la Toscana, dove ogni anno in agricoltura vengono impiegati tutti i soldi messi a disposizione dall'Unione Europea per il miglioramento, la diversificazione, la promozione, la filiera corta, l'acquisto di macchinari ecc. le aziende non richiedano credito? Difficile pensare che sia così. Non sembra pensarlo neppure l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori, che in chiusura lavori ha lanciato un pesante monito alle banche, che secondo lui negli ultimi tempi hanno avuto tutti i soldi possibili (e lo sappiamo bene tutti questo) senza rimetterne in circolo più di tanti ai fini della crescita. Per questo Salvadori ha fatto una proposta precisa alle banche: riunirsi a un tavolo di lavoro, compresa Fidi Toscana, per trovare una via di uscita. Tra pochi giorni la Regione erogherà circa 20 milioni di euro per il reimpianto dei vigneti, che andranno a coprire meno del 30% dei reali investimenti fatti dai vitinivicoltori. Bisogna dunque trovare, secondo l'assessore, gli altri circa 45 milioni che mancano. Da dove uscirà questa cifra? E' probabile che come sempre i vitivinicoltori dovranno frugarsi in tasca, perché non mi pare che le banche abbiano voglia di partecipare al rilancio del paese.
Possibile che in una Regione come la Toscana, dove ogni anno in agricoltura vengono impiegati tutti i soldi messi a disposizione dall'Unione Europea per il miglioramento, la diversificazione, la promozione, la filiera corta, l'acquisto di macchinari ecc. le aziende non richiedano credito? Difficile pensare che sia così. Non sembra pensarlo neppure l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori, che in chiusura lavori ha lanciato un pesante monito alle banche, che secondo lui negli ultimi tempi hanno avuto tutti i soldi possibili (e lo sappiamo bene tutti questo) senza rimetterne in circolo più di tanti ai fini della crescita. Per questo Salvadori ha fatto una proposta precisa alle banche: riunirsi a un tavolo di lavoro, compresa Fidi Toscana, per trovare una via di uscita. Tra pochi giorni la Regione erogherà circa 20 milioni di euro per il reimpianto dei vigneti, che andranno a coprire meno del 30% dei reali investimenti fatti dai vitinivicoltori. Bisogna dunque trovare, secondo l'assessore, gli altri circa 45 milioni che mancano. Da dove uscirà questa cifra? E' probabile che come sempre i vitivinicoltori dovranno frugarsi in tasca, perché non mi pare che le banche abbiano voglia di partecipare al rilancio del paese.