E sì, è stato proprio equo e solidale il nostro melo piantato l'anno scorso a ottobre. L'avevamo comprato ai Vivai Maioli in provincia di Reggio Emilia, specializzati in frutti antichi e nel recupero di vecchie varietà in via di estinzione. La varietà scelta da noi, e in particolare da mia figlia Giorgia, è la Renetta Ananas, chiamata così per il suo sapore dolce che ricorda appunto quello dell'ananas. La cosa che ci aveva convinti era l'alto contenuto di vitamina C (25%) e la sua piccola pezzatura, che ha trovato subito la solidarietà di Giorgia. Io per la verità avrei optato per la Renetta Canada Bianca, particolarmente indicata per fare le marmellate, ma siamo comunque tornati a casa tutti soddisfatti. Il melo poi è stato piantato a Trasserra, il paese di mio nonno e di mia madre dove abbiamo una casa e un orto. Ci avevano detto che forse già l'anno dopo avrebbe potuto fiorire e magari fare anche dei frutti. La fioritura è avvenuta puntuale ad aprile, ed è stata ben più abbondante di quanto da noi atteso. Ne avevo anche scritto un piccolo post per festeggiare i primi fiori del nostro amato albero. Ma la cosa che più ci ha sorpreso sono stati i frutti: ben tre mele che abbiamo appena colto. Un albero equo e solidale, dunque, perché c'è una mela per Giorgia, una per mio marito Jean-Louis e infine una anche per me. Ne abbiamo assaggiata una e siamo rimasti colpiti dalla sua pienezza di sapore, dal suo intenso profumo e dall'aroma piacevolmente fresco. Il colore è giallo dorato e la pezzatura è veramente piccola, come potete vedere dalle foto. Ma che gioia questo giovane albero che spero cresca felice e che possa moltiplicarsi. Adesso che qui a Firenze sta piovendo e che si avvertono i primi segni dell'autunno, mi fa felice pensare che lui è lì, in attesa del meritato riposo invernale e che si prepara a una prossima fioritura e magari anche a regalarci altri frutti tra un anno, magari 6, ben due a testa.
Author"O rinnovarsi o morire", questo il mio motto, come diceva Gabriele d'Annunzio Archives
February 2016
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