Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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Jonathan Nossiter e il pregiudizio.

3/23/2012

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Ben poche persone riescono a indispettirmi al pari di Jonathan Nossiter. Vi ricordate? E’ il regista del film “Mondovino”, la pellicola che ha fatto tremare tanti produttori francesi, italiani e statunitensi. Il mio disappunto - che spesso raggiunge livelli di vero e propria arrabbiatura – nasce dal fatto che Nossiter, pur essendo un uomo intelligente e di vasta cultura, naviga in un mare di pregiudizi che spesso gli fanno perdere il lume della ragione, oltre che alla rotta.

Capisco che essendo ebreo si sia sentito in dovere di abbracciare la fede comunista, e capisco anche la sua voglia di essere un provocatore, ma non capisco affatto il filtro di pregiudizi che costantemente si erge tra lui e il mondo del vino. Se leggete “Le vie del vino”, scritto da Nossiter
e pubblicato in Italia niente di meno che da Einaudi, vi renderete conto che le 237 pagine del libro non sono altro che un lungo elenco di pregiudizi che regolarmente crollano di fronte alla realtà delle cose. Devo ammettere che Nossiter ha una invidiabile nonchalance nel raccontare i suoi pregiudizi, e non appena crollato uno si butta subito a capofitto in un altro. Una volta è lo scoprire che si possono apprezzare anche i vini prodotti da vignaioli borgognoni di destra, un’altra volta è che anche un ristorante parigino chic può risultare gradevole e di qualità, un’altra ancora è che Robert Parker risulta simpatico nonostante l’autore si fosse in pratica proibito di “entrare in un rapporto di simpatia”. Il libro è più o meno tutto così, per fortuna intercalato da alcune notevoli pagine nelle quali l’autore riporta fedelmente i dialoghi intercorsi con alcuni produttori francesi che riportano il vino al centro della scena, mettendo il tema del pregiudizio in secondo piano.

Peccato, perché ben pochi altri scrittori di vino mi trovano così tanto d’accordo su alcuni temi fondamentali che da anni tutti noi del settore discutiamo. Mi riferisco alle tematiche che riguardano i vitigni, il territorio, l’utilizzo del legno e più in generale dove sta andando il mondo del vino e quali sono i rischi principali che il settore sta vivendo a causa di una forsennata politica produttiva messa in campo da alcuni grandi produttori.

La mia rabbia nasce proprio da questo trovarmi d’accordo con una persona che invece si concentrare le proprie energie in maniera positiva e propositiva su un argomento si perde in insensati racconti – a volte veramente svenevoli come quelli di Fonsalette che vi invito a leggere per rendervi conto del delirio che a volte investe il nostro Nossiter – che non portano a niente, se non a un ricredersi da parte dello stesso autore.

Ringrazio gli dei dell’Olimpo che mi hanno spinto a studiare e a laurearmi su Gabriele d’Annunzio, che non è mai stato vittima di pregiudizi e che ha vissuto tutta la sua vita dedicando attenzione e ascolto a ogni manifestazione dell’umano sentire.

Per questo suggerisco a Nossiter di andarsi a leggere “Il libro segreto” e a imparare ad ascoltare e a osservare senza filtri. Nella maggior parte dei casi questa attitudine riserva non poche belle sorprese.


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