Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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A cena di fronte al Catinaccio

10/23/2012

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Il Catinaccio deve il suo nome tedesco di Rosengarten - ossia “giardino delle rose” - alle tante sfumature che assume all'alba e al tramonto quando la luce del sole lo fa splendere rendendolo uno spettacolo magnifico. Questa montagna delle Alpi sopra Bolzano è legata alla leggenda di re Laurino. Laurino, innamorato della bella Similde, la rapì rinchiudendola nel suo bellissimo giardino di rose. Il fidanzato di Similde, per liberare la sua bella, chiese aiuto al re dei goti Teodorico. Similde così venne liberata e Laurino imprigionato a scontare la sua pena. Ma Laurino riuscì a fuggire e a riparare nel suo giardino di rose, e per lo sconforto e la rabbia maledisse i suoi fiori tanto da farli trasformare in roccia. Le rose non poterono più fiorire, né di giorno né di notte. Laurino tuttavia, nel pronunciare la sua maledizione, dimenticò di nominare l'alba e il tramonto, così che il “giardino delle rose”, ossia il Catinaccio, poté continuare a colorarsi di rosa al sole nascente e al tramonto.
In onore alla leggenda, sette albergatori del borgo di San Cipriano, che si trova ai piedi del Catinaccio, qualche anno fa hanno deciso di organizzare una cena a dir poco spettacolare, che si tiene sempre un giovedì di luglio, perché i valligiani dicono che i giovedì di luglio non piove mai. La particolarità della cena è che è allestita in un prato proprio di fronte al Catinaccio, lungo una stretta tavola che ospita 150 persone tutte sedute dalla stessa parte, per ammirare i colori della montagna che via via che il tramonto procede passano dal rosa pallido a quello intenso per finire in un tripudio di arancione e spegnersi definitivamente quando il sole, nel suo passaggio a ovest, abbandona le pareti rocciose.
Ho avuto la fortuna di partecipare a questa cena a luglio scorso, e il crescendo delle sensazioni è stato fortissimo. Il progressivo accendersi della montagna, i profumi del fieno che si sommavano a quelli dei vini e dei piatti, la scenografia assolutamente diversa da tutte le altre mai vissute, l'allegria dei commensali (tutti di lingua tedesca per la verità), i bei volti delle ragazze e dei ragazzi in abiti tirolesi: insomma, un ricordo ancora vivissimo nei miei occhi e nel mio cuore. Sette ottime portate si sono susseguite nel piatto, e per chi avesse avuto voglia di fare mattina e quindi di rivedere lo spettacolo del Catinaccio all'alba poteva continuare a spelluzzicare dolcetti e bere grappa a volontà. Io non l'ho fatto, perché il giorno dopo il mio tour sulle montagne aveva altri appuntamenti, ma la prossima volta giuro che non mi tirerò indietro, e magari sarò anche capace di ballare in stile tirolese. (Per informazioni e prenotazione per la cena rivolgersi all'Associazione Turistica di Tires, tel. 0471642127, e-mail: info@tiers.it, www.tiers.it).





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