Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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La succulenta Loira 

3/12/2014

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Caterina de' Medici approdò in Francia nel 1533 per sposare il delfino di Enrico, che poi divenne re in seguito alla morte del fratello maggiore Francesco. Caterina portò con sé dalla nativa Firenze una vera e propria schiera di cuochi, profumieri e servitori, destinati a trasformare profondamente la vita della corte francese e a rendere quelle che erano le frugali tradizioni gastronomiche locali in una grande cucina, destinata a dominare a lungo il panorama mondiale. Perché la grande cucina francese è proprio nata qui, nella Loira, che per secoli ha rappresentato il frutteto di Francia. Prima di Caterina, i monaci avevano organizzato l'assetto agricolo della valle: lungo le sponde del grande fiume si trovavano gli orti; alle loro spalle si aprivano i grandi frutteti e sulle colline invece erano state impiantate le viti da vino. Ricchissima di prodotti e attraversata da un grande fiume navigabile, la Loira venne eletta dalla corte e dalla nobiltà come luogo ideale per erigere i loro castelli, che oggi attraggono milioni di turisti da tutto il mondo. La presenza di enormi giacimenti di tufo facilitò la costruzione dei manieri. Oggi non si scava più, ma la regione nasconde chilometri e chilometri di gallerie alcune delle quali oggi ospitano la coltura di funghi. A Bourré è possibile visitare la Cave des Roches (www.le-champignon.com) che utilizza una piccola parte dei 120 chilometri di gallerie erette su sette livelli in varie epoche. Vicino a Tour, invece, si può dormire nello splendido Domaine des Hautes Roches (www.leshautesroches.com) che offre alcune camere scavate direttamente nel tufo e naturalmente dotate di tutti i comfort.
Tutelata dall'Unesco, la valle della Loira offre alcuni tra i panorami più belli di Francia, con quel grande fiume selvaggio che gode di una tutela per la quale le sue sponde non possono essere toccate se non all'interno dei centri urbani per questioni di sicurezza. Ed è ancora una volta la valle della Loira a essere al centro di un vasto movimento di riscoperta delle tradizioni gastronomiche locali, dei prodotti tipici e della salvaguardia della biodiversità che ha via via coinvolto l'intera Francia. A Tours, la capitale della regione, si mangia bene ovunque e i ristoratori sono i primi ambasciatori dei prodotti locali, dalle carni alle verdure alla frutta. La Loira infatti abbonda praticamente di tutto e i suoi vini, per decenni snobbati dalle guide internazionali, stanno prendendo sempre più campo per la loro personalità che non si è inchinata al così detto gusto internazionale. A Tours conviene concedersi un pasto presso il ristorante Le Saint Honoré (www.lesainthonoretours.fr) perché il proprietario Benoit Pasquier è proprietario di un orto lungo la Loira che coltiva personalmente. Gli ortaggi e i frutti sono dunque garantiti. Benoit, insieme ad altri colleghi, si è inventato il pâté di Tours, rigorosamente a base di prodotti locali. L'impasto consiste in un insieme di carni di maiale e vitello, di foie gras e di poire tapée. Si tratta di una pera locale con la pasta assai acidula e amara, che per questo viene cotta al forno e rinvenuta in alcol. Anche la gelatina che ricopre il pâté viene ottenuta da una razza di gallina locale dalle carni molto grasse e chiamata la Géline de Tourraine. Un buon indirizzo per dormire a Tour è la Maison Jules, di cui ho già parlato nella mia rubrica L'arte dell'Ospitalità. (www.patriziacantini.it/8/post/2012/10/la-maison-jules-a-tours.html).
Visitando i castelli si incontrano poi altre delizie della regione. Ad Amboise, per esempio, una volta visitato il maniero dove morì Leonardo da Vinci (la tomba del grande toscano è nella cappella esterna al castello) è bene concedersi una sosta nella Pâtisserie Chez Bigot dalla signora Christiane per assaggiare il torrone morbido Nougat de Tours (www.bigot-amboise.com) e altre leccornie regionali. A Chinon, dominata dalla fortezza del XII secolo, si entra nel regno dell'omonimo vino rosso che rappresenta una delle punte qualitative dell'enologia locale. Si tratta di un vino che non passa in legno prodotto con Cabernet Franc. Per quanto riguarda i bianchi invece la denominazione più interessante è quella di Vouvray, che si trova nei pressi di Tours. Il vitigno è lo Chenin blanc, che in questi terreni tufacei assume un carattere assai particolare e un bouquet fruttato dominato dai profumi di pera. Nei pressi del castello di Blois, dove nel 1589 morì Caterina de' Medici, si trova la Chocolaterie Max Vauché (www.maxvauche-chocolaterie.com) che ha un negozio nella cittadina e poco fuori il laboratorio dove si tengono corsi. Max Vauché è proprietario di una piantagione di cacao a Sao Tomé e la visita organizzata all'interno dell'atelier permette di capire l'intero processo di lavorazione del cacao.
Nei pressi del castello di Cheverny, infine, si incontra uno di quei luoghi che solo la campagna francese sa donare. Un piccolo albergo ristorante a tre stelle con una cucina magnifica. Si chiama semplicemente l'Hôtel Restaurant du Centre (www.auberge-du-centre.com) e regala piatti superbi, con prodotti quasi tutti a chilometro zero. Pollame locale per la fantastica e immancabile terrina, legumi e ortaggi biologici delle fattorie dei dintorni, pesci della Loira, cinghiali e cervi delle foreste della Tourraine. Il tutto innaffiato da Cour Cheverny, un vino bianco con sole uve Romorantin, forse importate da Francesco I da Pavia.
Un viaggio bellissimo, lungo strade all'ombra di enormi foreste ricche di funghi, tra manieri incantati e la Loira selvaggia, il grande fiumi che è il vero artefice di tanta ricchezza e varietà gastronomica.
Per tutte le informazioni sulla Loira visitate i siti www.castelli-loira.it e www.rendezvousenfrance.com.

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