La Corsica è un mondo troppo grande per essere racchiuso in poche righe. Ho avuto la fortuna di visitarla più di una volta, per lavoro e per vacanza, e tuttavia mi sento ben lontana da poter dire di conoscerla. Quei panorami che cambiano così spesso, e che dalle più belle spiagge del mediterraneo conducono fino a montagne rocciose e inospitali, quei paesini arroccati in alto e quelli che invece si radunano tutti intorno a un piccolo porticciolo di pescatori sono soltanto alcuni degli elementi che caratterizzano questa grande isola di nazionalità francese, ma di cuore solo ed esclusivamente corso. Più italiana che transalpina, per la verità, e ancora legata a lontani periodi storici come quello della dominazione pisana, la Corsica è e resta una terra misteriosa dove ho pensato che un giorno potrei vivere, anche solo per guardare l'Elba dall'altra parte del Tirreno, con quel profilo così diverso da quello usuale offerto da Piombino. Mi vedrei perfettamente a mio agio a coltivare ortaggi sulla Costa Serena, a sud di Bastia, praticamente l'unica zona dell'isola dove esistano piantagioni di mandarini, di frutta e di nocciole, buone quasi come quelle del Piemonte.
Potrei ammirare l'Elba dall'altra parte del mare, salire ogni tanto a Corte per respirare quell'aria di indipendentismo e di anarchia che traspira dai volti degli abitanti e poi scendere allo stagno di Diana per mangiare delle ostriche dall'inconfondibile sapore di nocciola. E siamo a uno de grandi misteri di questa terra splendida e selvaggia: perché le ostriche dello stagno di Diana sanno di nocciola? Sottoposte agli esami di illustri chimici, le ostriche di Diana non hanno svelato il proprio enigma. Eppure, la parte del mollusco attaccata alla valva ha una consistenza più dura e un sapore più dolce rispetto al resto della carne, e a partire dal mese di novembre assume un deciso gusto di nocciola. Nessuno fino a ora è riuscita a darne spiegazione scientifica, e l'unica cosa che resta da fare è andare a gustarsele nel negozio di vendita direttamente sullo stagno.
Poco più a sud troviamo lo stagno di Urbinu, ben più grande e con altri allevamenti di ostriche, ma che non regalano la medesima caratteristica di quelle di Diana. A Urbinu ci sono anche allevamenti di cozze e in un delizioso ristorante con terrazza sullo stagno offre deliziose fritture di gamberetti e pesciolini, oltre che naturalmente piatti di cozze e vassoi di ostriche (Ferme d'Urbinu, tel. 0033 4 95573089). E' una cucina molto simile a quella della costa tirrenica, la medesica semplicità e la stessa essenzialità. Intorno allo stagno si incontrano anche alcuni vigneti, per quanto non sia la Costa Serena la zona vitivinicola più importante della Corsica. Qui vengono coltivati Vermentino e Moscato di Alessandria, che danno vita a vini freschi, piacevolissimi e perfetti da abbinare alla semplice cucina di pesce come quella offerma dalla Ferme d'Urbinu.
Le ostriche di Diana invece vanno acquistate e mangiate a casa, ed è proprio quello che farò quando mi sarò ritirata dall'altra parte del Tirreno.
Potrei ammirare l'Elba dall'altra parte del mare, salire ogni tanto a Corte per respirare quell'aria di indipendentismo e di anarchia che traspira dai volti degli abitanti e poi scendere allo stagno di Diana per mangiare delle ostriche dall'inconfondibile sapore di nocciola. E siamo a uno de grandi misteri di questa terra splendida e selvaggia: perché le ostriche dello stagno di Diana sanno di nocciola? Sottoposte agli esami di illustri chimici, le ostriche di Diana non hanno svelato il proprio enigma. Eppure, la parte del mollusco attaccata alla valva ha una consistenza più dura e un sapore più dolce rispetto al resto della carne, e a partire dal mese di novembre assume un deciso gusto di nocciola. Nessuno fino a ora è riuscita a darne spiegazione scientifica, e l'unica cosa che resta da fare è andare a gustarsele nel negozio di vendita direttamente sullo stagno.
Poco più a sud troviamo lo stagno di Urbinu, ben più grande e con altri allevamenti di ostriche, ma che non regalano la medesima caratteristica di quelle di Diana. A Urbinu ci sono anche allevamenti di cozze e in un delizioso ristorante con terrazza sullo stagno offre deliziose fritture di gamberetti e pesciolini, oltre che naturalmente piatti di cozze e vassoi di ostriche (Ferme d'Urbinu, tel. 0033 4 95573089). E' una cucina molto simile a quella della costa tirrenica, la medesica semplicità e la stessa essenzialità. Intorno allo stagno si incontrano anche alcuni vigneti, per quanto non sia la Costa Serena la zona vitivinicola più importante della Corsica. Qui vengono coltivati Vermentino e Moscato di Alessandria, che danno vita a vini freschi, piacevolissimi e perfetti da abbinare alla semplice cucina di pesce come quella offerma dalla Ferme d'Urbinu.
Le ostriche di Diana invece vanno acquistate e mangiate a casa, ed è proprio quello che farò quando mi sarò ritirata dall'altra parte del Tirreno.