Patrizia Cantini Wine & Food Communication
Aggiungi testo
  • Home
  • pensieri e parole
  • L'arte di ospitare
  • Viaggi gourmet
    • Destinazione
  • News
  • Cooking Class
    • Cooking class photographs
    • Cooking class videos
  • Profilo
  • Contatti

Nell'isola di Mon, in Danimarca

10/31/2012

0 Comments

 
L'isola di Møn è una delle maggiori attrattive naturalistiche della Danimarca. Da un punto di vista geografico, Møn si trova a sud di Sealand, l'isola della capitale Copenaghen, e a questa è collegata attraverso un ponte. Delle tante isole che compongono il regno di Danimarca, Møn è senza alcun dubbio la più bella, e anche quella che si sta maggiormente sviluppando da un punto di vista turistico. I panorami sono talmente suggestivi che la municipalità dell'isola qualche anno fa ha indetto una sorta di concorso tra gli abitanti per individuare quelli che sono i punti più panoramici. In pratica, ognuno dei residenti poteva eleggere il luogo esatto dal quale godere la migliore vista. In sessanta tra i luoghi indicati sono state messe delle panchine, così che i turisti possano, da una panchina all'altra, ammirare i posti più belli dell'isola. Tra l'altro l'isola è assolutamente fruibile in bicicletta, e le soste tra una pedalata e l'altra diventano allora quasi magiche.
Ma il luogo più bello senza dubbio è quello che si trova lungo la costa occidentale di Møn. E' qui infatti che troviamo le bianche scogliere di gesso che scendono a picco per oltre 120 metri fino al mare. Si tratta di una delle meraviglie d'Europa, e anche gli italiani hanno iniziato a frequentare l'isola durante le vacanze per ammirarne lo spettacolo. E' bene recarvisi la mattina presto, quando il sole nascente illumina le scogliere creando contrasti meravigliosi tra il bianco del gesso, il nero della spiaggia e le variazioni di blu e verde del mare. A guardare il mare la mattina presto sembra quasi di essere in Grecia. Lungo la scogliera, che si estende per 12 chilometri, scende una scala che porta fino alla spiaggia, e che permette di cogliere a piano lo spettacolo. Un'altra possibilità è quella di salire su uno dei traghetti turistici che portano appunto a vedere le scogliere. Ma Møn regala anche tanti altri panorami bellissimi, con la sua campagna coltivata e le sue fattorie con i tipici tetti di canne. Stege è l'agglomerato urbano più importante dell'isola, tappa obbligata per fare la spesa o cercare un ristorante. Al porto di Stege il giovedì mattina si può acquistare il pesce direttamente da una barca di pescatori, mentre il birrificio locale ha aperto anche un ristorante per un pranzo veloce e gustoso, con ottimo salmone, gamberetti e altri frutti del mare. Il locale si chiama Bryghuset e mentre si è comodamente seduti al tavolino si può ammirare attraverso una parete di vetro la produzione della birra, che è molto buona. D'altra parte la Danimarca è costellata di piccoli birrifici artigianali e normalmente la birra è di alto livello qualitativo e si può andare tranquilli. Sempre sul porto di Stege vale una visita il negozio di caramelle artigianali prodotte nell'antica fabbrica di zucchero. Dal negozio la mattina si può seguire la produzione delle caramelle di Mœnbolcher, che vengono fatte ancora secondo l'antica tradizione danese: zucchero caramellato e aromi naturali. Poco fuori Stege invece si trova l'albergo ristorante Præstekilde Kro, a fianco di un campo da golf a 18 buche. Il ristorante è molto noto per l'utilizzo quasi esclusivo di prodotti locali e biologici, che gli ha valso la “chiave verde”, riconoscimento ambientale assai ambito in Danimarca.
Un'ultima visita va fatta nell'isoletta di Nyord, collegata a Møn da un ponte. Qui ci troviamo al centro dell'allevamento dei bovini, e nell'unico villaggio si trova anche un negozio con prodotti locali, dal miele alla senape alla carne di agnello affumicata. Una curiosità: questo è uno dei rarissimi villaggi rurali sopravvissuti in Danimarca. In passato, con la divisione per eredità delle terre, ogni figlio si costruiva la casa sul proprio appezzamento, e per questo i villaggi sono scomparsi e oggi la campagna danese è costellata di case e fattorie isolate. A Nyord questo non è stato possibile perché due volte l'anno, in primavera e in autunno, quasi tutta l'isola finisce sott'acqua per l'alta marea. Il villaggio è stato costruito sull'unico posto un po' elevato, e quindi gli abitanti (38 in tutto) sono stati costretti a rimanere dov'erano.

0 Comments

A cena di fronte al Catinaccio

10/23/2012

0 Comments

 
Il Catinaccio deve il suo nome tedesco di Rosengarten - ossia “giardino delle rose” - alle tante sfumature che assume all'alba e al tramonto quando la luce del sole lo fa splendere rendendolo uno spettacolo magnifico. Questa montagna delle Alpi sopra Bolzano è legata alla leggenda di re Laurino. Laurino, innamorato della bella Similde, la rapì rinchiudendola nel suo bellissimo giardino di rose. Il fidanzato di Similde, per liberare la sua bella, chiese aiuto al re dei goti Teodorico. Similde così venne liberata e Laurino imprigionato a scontare la sua pena. Ma Laurino riuscì a fuggire e a riparare nel suo giardino di rose, e per lo sconforto e la rabbia maledisse i suoi fiori tanto da farli trasformare in roccia. Le rose non poterono più fiorire, né di giorno né di notte. Laurino tuttavia, nel pronunciare la sua maledizione, dimenticò di nominare l'alba e il tramonto, così che il “giardino delle rose”, ossia il Catinaccio, poté continuare a colorarsi di rosa al sole nascente e al tramonto.
In onore alla leggenda, sette albergatori del borgo di San Cipriano, che si trova ai piedi del Catinaccio, qualche anno fa hanno deciso di organizzare una cena a dir poco spettacolare, che si tiene sempre un giovedì di luglio, perché i valligiani dicono che i giovedì di luglio non piove mai. La particolarità della cena è che è allestita in un prato proprio di fronte al Catinaccio, lungo una stretta tavola che ospita 150 persone tutte sedute dalla stessa parte, per ammirare i colori della montagna che via via che il tramonto procede passano dal rosa pallido a quello intenso per finire in un tripudio di arancione e spegnersi definitivamente quando il sole, nel suo passaggio a ovest, abbandona le pareti rocciose.
Ho avuto la fortuna di partecipare a questa cena a luglio scorso, e il crescendo delle sensazioni è stato fortissimo. Il progressivo accendersi della montagna, i profumi del fieno che si sommavano a quelli dei vini e dei piatti, la scenografia assolutamente diversa da tutte le altre mai vissute, l'allegria dei commensali (tutti di lingua tedesca per la verità), i bei volti delle ragazze e dei ragazzi in abiti tirolesi: insomma, un ricordo ancora vivissimo nei miei occhi e nel mio cuore. Sette ottime portate si sono susseguite nel piatto, e per chi avesse avuto voglia di fare mattina e quindi di rivedere lo spettacolo del Catinaccio all'alba poteva continuare a spelluzzicare dolcetti e bere grappa a volontà. Io non l'ho fatto, perché il giorno dopo il mio tour sulle montagne aveva altri appuntamenti, ma la prossima volta giuro che non mi tirerò indietro, e magari sarò anche capace di ballare in stile tirolese. (Per informazioni e prenotazione per la cena rivolgersi all'Associazione Turistica di Tires, tel. 0471642127, e-mail: info@tiers.it, www.tiers.it).





0 Comments

    Author

    Write something about yourself. No need to be fancy, just an overview.

    Archives

    January 2020
    June 2019
    May 2017
    December 2016
    January 2016
    June 2015
    March 2015
    January 2015
    March 2014
    February 2014
    December 2013
    September 2013
    July 2013
    December 2012
    November 2012
    October 2012
    September 2012
    August 2012
    June 2012
    May 2012
    April 2012

    Categories

    All

    RSS Feed

Powered by Create your own unique website with customizable templates.