Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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In Carnia tra formaggi di malga, trote e prosciutti

5/21/2012

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Meno spettacolare del Cadore, la Carnia (in Friuli Venezia Giulia) è un angolo di Italia ancora tutta da scoprire. In epoca di crisi e di voglia di recuperare un senso di vita che esuli dai fallimenti della finanza creativa, la Carnia può essere il luogo adatto. Qui, tra i silenzi delle montagne, è possibile ritrovarsi e riprendere contatto con la realtà delle cose, con la caducità dell'essere umano e con la grandiosità della natura, che a noi sopravvive sempre, nonostante i nostri continui attentati.
Il processo di recupero di una condizione umana non più praticabile nelle città passa naturalmente attraverso la conoscenza dei prodotti agroalimentari di questa terra, a partire dai formaggi di malga che hanno dato vita a un vero e proprio circuito turistico organizzato che si chiama appunto "La via delle malghe". Andiamo alla Malga Pramosio (tel. 0433 775757), piccolo paradiso sotto il confine con l'Austria che ha vissuto in passato tutte le barbarie delle guerre. Oggi la malga, gestita dalla famiglia Screm, offre un ottimo ristorante e anche un accomodamente per la notte piuttosto spartano, con bagno in comune. Ma i silenzi e la grandiosità dello scenario al tramonto valgono la salita e il pernottamento. Qui si possono acquistare ottimi formaggi di malga, la ricotta e anche la tradizionale ricotta affumicata, che dà vita a dei ravioli dal sapore indimenticabile. Ma sono tanti i piatti che vale la pena di assaggiare: il "frico", uno dei porta bandiera della cucina carnica, che consiste in una sorta di frittata fatta con formaggio, patate e un po' di pancetta. Poi ci sono la polenta con la salsiccia, il gulash, lo strudel di mele, lo yogurt naturale di latteria e la linzer torte, ossia una crostata con pasta di noci, nocciole e cannella. Sopra Paulan invece troviamo la Malga Cason di Lanza (tel. 0428 90928) dove ho assaggiato la ricotta più buona della mia vita e dove ho conosciuto un vero gioiello della Carnia: i "radic di mont", ossia la cicerbita alpina diventata un Presidio Slow Food. Putroppo la raccolta selvaggia di questo radicchio che nasce sopra i 1000 metri tra i boschi di abeti e di ontani in tempo di disgelo lo ha reso a rischio di estinzione, e per questo adesso è protetto e la raccolta è razionata. Viene tradizionalmente conservato sott'olio, dopo essere stato scottato in acqua salata con aceto, vino bianco, sale e una punta di zucchero. Sapore eccellente con un piacevolissimo retrogusto amarognolo. Si può anche acquistare, a prezzi purtroppo assai elevati, ma vi posso assicurare che ne vale la pena. Di questi tempi meglio investire in "radic di mont" che in banca.
Ricca di torrenti con acque cristalline (e speriamo ancora per molto), la Carnia ha una tradizione di affumicatura delle trote ancora assai viva. Conviene recarsi a Ovaro, presso il laboratorio artigianale Trote Alp Nordest (tel 0433 678010) per rendersi conto della delizia di questi pesci, che naturalmente oggi vengono dagli allevamenti, ma che garantiscono la assoluta salubrità dell'acqua. Il breve processo di affumicatura avviene per mezzo di segatura di legno di faggio, che non essendo resinoso non aggredisce le carni permettendone la piena godibilità.
Affumicato è anche il prosciutto di Sauris, forse il prodotto alimentare più celebre della Carnia. Lo stabilimento Wolf (www.wolfsauris.it) è la meta obbligata per assaggiare e acquistare il prosciutto. Nonostante le dimensioni del prosciuttificio, qui si seguono ancora procedimenti tradizionali. L'affumicatura del prosciutto - che deriva naturalmente dalla tradizione tedesca - avviene per mezzo di forni posti nel sottosuolo che bruciano legna di faggio. Per mezzo di un complesso sistema di camini il fumo arriva ai prosciutti, che poi passano nelle sale di stagionatura dove restano 10-12 mesi. Il prosciutto di Sauris è al centro anche di molti piatti della gastronomia locale. Un bello e buono spaccato di questa si può trovare presso il ristorante dell'Albergo Riglarhaus di Lateis, non lontano da Sauris. Di fronte alle montagne, in un tipico chalet di montagna si possono assaggiare piatti eccellenti, con o senza prosciutto. Da non perdere un'altra perla della gastronomia carnica: i "cjarsons", ossia i ravioli con ripieno di ricotta di malga, spinaci o altre erbette di montagna, pezzettini di mela e uvetta: assolutamente squisiti.
E' probabile che dopo aver conosciuto la Carnia e l'intimità dei suoi paesaggi non abbiate voglia di rientrare in città accolti da smog e traffico. Allora vale la pena fare incetta di prodotti, riempire la macchina e contrastare le notizie del telegiornale con formaggi, prosciutti e trote, da accompagnare a un po' di "radic di mont": vi ritroverete con la testa oltre i 1000 metri e troverete il coraggio di riaffrontare i tempi duri. Tanto quelli dureranno ben oltre l'estate e le vacanze.
Buon

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