La penisola del Cap Bon si estende a est di Tunisi, prolungandosi verso la nostra isola di Pantelleria che in effetti dista soltanto 70 chilometri. La penisola è prettamente agricola, e i pomodori e gli olivi sono le colture prevalenti. Ma qui esiste anche una tradizione vitivinicola che risale addirittura all'epoca punica, ai tempi della grande Cartagine i cui splendidi resti riposano non lontano. I Romani, una volta conquistata Cartagine, continuarono e svilupparono la coltura delle vite da vino, che venne però bruscamente interrotta con l'avvento degli Arabi che trasformarono le coltivazioni in uva da tavola. Nell'Ottocento, dei circa 1000 ettari di vigna esistenti sul Cap Bon il 95% era destinato a uva da pasto, e la cinquantina di ettari riservati alle uve da vino erano in mano a società francesi. La tradizione francese è ancora oggi ben presente, visto che gli attuali oltre 10.000 ettari di vigna esistenti nel Cap Bon sono in buona parte destinati a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Chardonnay e Grenache. Ma tra questi c'è anche un pezzo d'Italia, visto che in epoca fascista direttamente da Pantelleria arrivò il Moscato di Alessandria, che oggi rappresenta una piccola ma ben prestigiosa Aoc tunisina e che prende il nome di Moscato di Kelibia. La cittadina di Kelibia è uno dei centri balneari del Cap Bon, che a partire dagli anni Novanta ha conosciuto un importante sviluppo turistico. I vigneti di Moscato si trovano immediatamente a sud di Kelibia, in terreni sabbiaso-silicei e sabbioso-calcarei. I vigneti sono separati dal mare solo dalla striscia di asfalto della litoranea che conduce ad Hammamet. In questo microclima, più piovoso rispetto al resto del Cap Bon e più fresco rispetto a Tunisi, il Moscato ha ritrovato la medesima ambientazione di Pantelleria, vento compreso, che arriva anche ai 300 km all'ora. Le viti per questo vengono mantenute basse e allevate ad alberello. Per evitare problemi di insolazione le piante vengono lasciate cariche di foglie, in modo che queste possano riparare i grappoli. Le rese sono piuttosto basse e la media produttiva difficilmente supera i 45 ettolitri per ettaro. Il Moscato di Kelibia viene prodotto praticamente soltanto dalla Cantina Cooperativa di Kelibia, mentre le operazioni finali di stabilizzazione e imbottigliamento dei vini avvengono presso l'Union Central des Coopératives Viticoles - Les Vignerons de Carthage, che si trova alla periferia di Tunisi. Definito da alcuni "il vino più Moscato del mondo", il Moscato di Kelibia in effetti sorprende immediatamente al naso per i suoi spiccati aromi varietali, arricchito da note flroeali, sopratutto di gelsomino e di fiori d'arancio. Il colore è brillante e luminoso, ein bocca è fresco, fruttato, delicato e persistente. I ristoranti locali lo abbinano naturalmente ai piatti di pesce e anche alla bick, ossia alla sottilissima pasta triangolare farcita con tonno e uovo e poi fritta.
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January 2020
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