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La Malvasia di Lanzarote

4/18/2012

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Lanzarote è la più orientale delle Canarie, le "isole fortunate" come le chiamava Plinio. Fortunate perché qui il clima è favorevole tutto l'anno, e le temperature non scendono quasi mai sotto i 20 gradi. Ma Lanzarote, oggi Riserva della Biosfera, non è stata un'isola fortunata, perché tra il 1730 e il 1736 è stata teatro di sconvolgenti eruzioni vulcaniche che ne hanno stravolto l'aspetto fisico. "La terrà si aprì improvvisamente vicino al Timanfaya. Nel corso della prima notte, un'enorme montagna si elevò dalle viscere della terra, delle fiamme scaturirono dalla sua sommità, e continuarono a bruciare per 19 giorni": così il curato del villaggio di Yaiza racconta la prima eruzione verificatasi il primo settembre del 1730 alle nove di sera. Dopo sei anni di incessante attività vulcanica, l'aspetto dell'isola non era più lo stesso, e la fertile vallata della Geria - un tempo ricca di alberi da frutto e di grano - si era trasformata in una grande distesa nera, brulla e lunare come tutte le terre cosparse dalla lava. Ma l'uomo ha saputo trasformare la tragedia in nuova fonte di ricchezza, perché ben presto si capì che i piccoli granelli di pomice nera lasciati dalle eruzioni avevano una straordinaria capacità di trattenere l'umidità. A Lanzarote piove pochissimo, e la porosità dei resti lavici erano in questo senso una sorta di manna. Fu il vescovo Don Pedro Davita y Cardenas il primo a intuire che la vite avrebbe potuto rappresentare la nuova coltura della valle della Geria, e fu lui a fare impiantare le prime piante di Malvasia. Ancora oggi la vite è praticamente l'unica coltura presenta nella valle, e i vigneti sono di una bellezza sconvolgente, come tutta l'isola del resto. Le piante sono messe a dimora in buche circolari e tenute basse per poter usufruire al massimo dell'umidità trattenuta dai granelli di pomice. Le buche sono poi protette dagli Alisei, che qui spirano molto forte, per mezzo di muretti a secco. Nessun tipo di meccanizzazione è possibile in questi vigneti così difficili da mantenere, e la vendemmia, che avviene nella prima metà di agosto, comporta non poche difficoltà, visto che i grappoli (come si vede bene dalla foto) sono al livello del terreno. La produzione è molto calata a partire dagli anni Novanta, e i vini si possono reperire praticamente solo nei ristornati e nei negozi locali. Recenti studi hanno dimostrato che la Malvasia di Lanzarote e quella di Sitges, in Catalogna, sono le due uniche vere varietà di Malvasia presenti in Spagna. Quella di Lanzarote di distingue da quella catalana per la foglia più piccola e il grappolo più spargolo e per il sapore estremamente varietale. Nel 1994 la Malvasia di Lanzarote ha ottenuto la denominazione di origine, ma i viticoltori sono preoccupati per il futuro di questo piccolo gioiello dell'enologia nazionale che avrebbe bisogno di essere protetto. Le produzioni sono molto basse e si aggirano sui 1500 chili per ettaro e la crescente siccità mette a dura prova la volontà dei viticoltori che non intendono abbandonare i vigneti. Dovremmo ringraziarli per quello che stanno facendo, perché se c'è un paesaggio umano che vale la pena di vedere una volta nella vita è proprio questo: un'isola struggente, dei vigneti al limite dell'eroismo e un vino secco semplice e minerale che apre il cuore
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