Patrizia Cantini Wine & Food Communication
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Seggiano e l'olivo sospeso

1/30/2020

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Seggiano, www.patriziacantini.it
Seggiano è uno dei borghi dell’Amiata, ed è l’unico dal quale si possa ammirare la montagna in tutta la sua bellezza. Questa parte di Toscana è riuscita a mantenere un carattere proprio e non alterato da una presenza turistica invadente. I borghi, come le campagne, offrono molto da vedere, e passare qualche giorno in questi luoghi, magari a maggio – quando la fioritura selvatica raggiunge una bellezza struggente – può regalare emozioni profonde, e la possibilità di sentirsi parte di una natura bellissima e di comunità molto orgogliose delle proprie radici e tradizioni.
Seggiano conta meno di mille abitanti su tutto il territorio comunale, ma nel borgo ne sono rimasti assai meno, intorno a un centinaio. E’ anche il comune dell’Amiata che conta il maggior numero di agriturismi, perché ha una sua vocazione turistica grazie ad alcuni elementi importanti che vedremo subito. Partiamo dalla luna. Da queste parti ai bambini si dice: “sei bello come la luna di Seggiano”, e il detto nasce dal fatto che grazie alla posizione e alle condizioni atmosferiche Seggiano offre una visione magnifica della luna che fa capolino da dietro l’Amiata per poi andare a posizionarsi in mezzo al cielo. L’Amiata per altro era considerata una montagna sacra dagli aruspici etruschi, perché essendo un antico vulcano che conserva calore ed energia attirava fulmini e saette, che – diremmo oggi – andavano a comporre il giusto scenario per le divinazioni dei sacerdoti. 

PictureLa fascia olivata dell'Olivastra Seggianese. thatsamiata.com, Archivio Consorzio Tutela Olio Seggiano Dop
Alle pendici di questa montagna che culmina a 1.738 metri, nella fascia collinare e pedemontana che va dai 200 ai 650 metri, cresce l’Olivastra Seggianese, una particolare varietà di olivo che regala un olio profumatissimo e in genere più delicato di quello di altre varietà toscane. Si tratta di un olivo imponente, con la chioma folta e arrotondata, che cresce soltanto su questo versante del monte Amiata e che ha dato vita alla Dop Seggiano, il cui disciplinare prevede che nel blend l’Olivastra sia presente almeno all’85% (www.consorzioolioseggiano.it). Nel supermercato ai piedi del centro storico si possono acquistare alcune etichette della Dop Seggiano (oltre ad altri prodotti locali), e accanto si trova anche la sede della Cooperativa La Seggianese, che ha da poco inaugurato il nuovo frantoio (www.laseggianese.com). Altrimenti, girando per le campagne si incontrano i cartelli indicatori che portano alle aziende produttrici, dove è possibile acquistare direttamente. 

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Il Giardino di Daniel Spoerri. Foto di Bruno Bruchi, Archivio Consorzio Tutela Olio Seggiano Dop
Se l’olio è senza dubbio il prodotto agroalimentare più importante di Seggiano, non è certo però l’unico. Qui siamo in terra di funghi e di castagne, di tanta selvaggina e di trote di torrente, e se si vuole avere un assaggio delle prelibatezze del territorio, nella frazione Pescina troviamo il ristorante Il Silene di Roberto Rossi, che con la sua stella Michelin richiama gourmet e appassionati ad assaggiare i frutti di questa terra. I suoi porcini in padella sono probabilmente i più buoni che abbia mai mangiato (www.ilsilene.it).
Non lontano dal ristorante di trova Il Giardino di Daniel Spoerri, il giardino di sculture voluto dall’artista svizzero che si stabilì sull’Amiata alla fine degli anni Ottanta. e che lo aprì al pubblico negli anni Novanta. Il Giardino si sviluppa per 16 ettari nei quali sono esposte 113 installazioni realizzate da Spoerri e da un’altra cinquantina di artisti. Il Giardino è visitabile da Pasqua a ottobre (www.danielspoerri.org).  


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Il Castello di Potentino. thatsamiata.com, Archivio Consorzio Tutela Olio Seggiano Dop
Tornando a Seggiano, il suo primo nucleo abitativo sorse tra la fine del 1.100 e gli inizi del secolo successivo non dove oggi si trova il centro storico, ma dove si erge il bellissimo Castello di Potentino, di proprietà della famiglia inglese Greene (sono i diretti discendenti dello scrittore Graham) che lo ha perfettamente restaurato e che lo ha reso sede di un’azienda agricola che produce olio e vino. 
PictureParticolare degli affreschi dell'Oratorio di San Rocco a Seggiano, www.patriziacantini.it
Per scoprire tutte le bellezze artistiche del centro storico conviene contattare la Fondazione Radici di Seggiano che organizza visite guidate. Una delle tappe della visita è all’oratorio di san Rocco, eretto alla fine del Quattrocento e che preserva pregevoli affreschi del pittore senese Girolamo Di Domenico. Una curiosità: negli affreschi alla sinistra dell’altare si leggono incisi dei nomi di donna: erano le mogli dei pellegrini in cammino verso l’abbazia di Sant’Antimo. Altra tappa è alla Chiesa della Madonna della Carità, che si trova ai piedi del borgo, risalente alla fine del Cinquecento e considerata uno dei rari esempi europei di tardo manierismo.
C’è poi il frantoio ipogeo costruito dalla famiglia Ceccherini verso il 1885 e rimasto in funzione fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Si tratta di uno dei primi frantoi che invece di utilizzare animali per far girare la grande mola di pietra aveva installato un motore elettrico.


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L'antico Frantoio Ceccherini di Seggiano, www.patriziacantini.it
Ma la vera sorpresa del nucleo storico di Seggiano è l’incontro con il così detto “olivo del cisternone”. Si tratta di un esperimento scientifico unico al mondo, perché l’olivo – della cultivar Olivastra Seggianese naturalmente – è stato collocato nel 2014 nello spazio che copre l’antica cisterna del paese, e il suo apparato radicale è sospeso nel vuoto proprio all’interno della cisterna. L’olivo dunque è coltivato con tecnica aeroponica e un sistema computerizzato vaporizza acqua e sostanze nutritive all’apparato radicale al momento del bisogno. Si tratta della più grande pianta al mondo con le radici sospese, e l’esperimento è nato grazie all’incontro tra l’amministrazione comunale di Seggiano e il professor Stefano Mancuso, il neurobiologo che studia l’intelligenza delle piante. L’esperimento prevede una seconda fase per la quale il Comune sta cercando di reperire fondi. Questa seconda fase consiste nel collegare dei sensori alla radice della pianta per studiarne il comportamento e l’interazione con la presenza umana. Non solo, perché i segnali elettrici provenienti dalle radici saranno interpretati prima sotto forma di scrittura e quindi di suoni. Insomma, secondo la visione di Mancuso l’olivo del cisternone di Seggiano darà origine a una musica che i visitatori potranno ascoltare. Speriamo dunque che il Comune riesca a trovare presto i fondi per portare a termine il progetto, così che tutti noi potremmo goderci la musica dell’olivo sotto la grande luna di Seggiano.
Per informazioni sulle visite guidate contattare la Fondazione Le Radici di Seggiano, www.leradicidiseggiano.it, email: radicintelligenti@gmail.com. 

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L'olivo sospeso di Seggiano, www.patriziacantini.it
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