Se ancora non avete deciso quale sarà la vostra prossima meta vacanziera, fate una riflessione sulle Faroe, le isole a nord della Scozia che dal 2013 si raggiungono con un volo diretto da Milano nei mesi di luglio e agosto. Le diciotto isole che formano l'arcipelago sono uno spettacolo naturale unico al mondo. Sono isole praticamente senza alberi, di origine vulcanica e coperte da un sottile strato di terra sulla quale cresce un'erba lunga, eternamente bagnata e dal colore verde scuro. La mancanza di alberi è dovuta alla costante presenza del vento, che a volte spazza le isole in maniera brutale e non permette agli abitanti di erigere serre e di coltivare frutti, a parte il rabarbaro – che non a caso è una radice – e da qualche anno un po' di fragole. L'alimentazione degli isoli tradizionalmente si basa sul pesce e sulla carne di pecora e di agnello, tutto il resto viene regolarmente importato.
Isolate e lontane, la Faroe sono una regione autonoma della Danimarca, dalla quale dipendono per quanto riguarda polizia, affari esteri e giustizia, ma hanno una propria bandiera e una propria moneta, come pure una propria lingua e un proprio inno nazionale. Il Parlamento si trova nella capitale Tórshavn, dove vivono 20.000 dei 47.800 abitanti delle isole. Il turismo nelle Faroe si sta molto sviluppando, e insieme ad alberghi incominciano a nascere anche alcuni Bed & Breakfas, oltre ad alcuni ristoranti di buon livello tra i quali spicca Koks, del quale ho già ampiamente scritto nella mia rubrica sull'arte dell'ospitalità. La parte vecchia Tórshavn è un luogo delizioso, con le caratteristiche case in legno con il tetto coperto di terra ed erba, per ripararsi dal freddo e anche per contrastare con il peso le tempeste di vento. Queste casette di legno sono generalmente piccole, e alcune piccolissime, ma non bisogna farsi ingannare dalle apparenze perché in questo quartiere storico abitano persone assai benestanti perché i prezzi di queste case sono piuttosto alti. Nei vicoli e nei piccoli cortili spesso ornati da piante giocano i bambini e tutto intorno si respira la tranquillità che caratterizza tutto l'arcipelago e i suoi abitanti. Sorridenti e disponibili, i nativi delle Faroe trasmettono quella serenità tipica della gente abituata all'isolamento e alle lunghe attese, e per noi invece avvezzi alla vita frenetica tutta fatta di incastri la vacanza in queste isole può diventare un'utile fonte di riflessione sull'inutilità di un'esistenza spesso più incentrata sull'esteriorità che sull'interiorità.
Insomma, andare alle Faroe significa anche prendersi un momento tutto per noi, per immergerci in una natura assai diversa dalla nostra, e che se regala panorami splendidi fa anche capire le difficoltà di chi vive qui. Basta uscire da Tórshavn per rendersi bene conto di come sono fatte le isole, con le loro rocce a strapiombo sul mare, con i tanti faraglioni coperti di muschio che le circondano e con quei colpi d'occhio mozzafiato che si trovano solo qui. Una natura selvaggia e incantata alla quale fa da contraltare la grazia delle casette di legno nero con gli infissi bianchi delle finestre, e con quel senso di calore tutto nordico che si ritrova negli interni.
A breve distanza da Tórshavn si trova Kirkjubøur, il primo insediamento abitativo delle isole con i resti della trecentesca cattedrale di San Magnus del XIV, dichiarata patrimonio Unesco. Nei pressi della cattedrale è visitabile la più antica fattoria delel Faroe, che da 17 generazione appartiene alla famiglia Patursson. Oggi Jóannes Patursson, insieme alla moglie, continua il tradizionale allevamento di agnelli e di pecore, e ha aperto una parte della sua bella casa settecentesca alle visite pubbliche. La fattoria inoltre organizza pranzi di gruppo facendo assaggiare le carni dei propri agnelli e altre specialità locali, come i dolci a base di rabarbaro e fragole.
Le altre isole di girano comodamente in macchina, e ci sono anche due tunnel sottomarini di collegamento. I nuclei abitativi sono spesso piccoli, ma offrono notevoli suggestioni. Tra i villaggi da non perdere c'è Giógv, nell'isola di Eysturoy, con il grazioso albergo ristorante Gjáargardur e il vicino e minuscolo Saksun, agglomerato di case caratterizzato dalla presenza di una lunga lingua di sabbia che rappresenta una delle poche spiagge delle Faroe. Alla Faroe tuttavia non si viene per fare il bagno, ma per ammirare la natura e fare lunghe passeggiate alla scoperta dei vari aspetti delle isole. La passeggiata più celebre è quella nell'isola di Mykines, dove vanno a nidificare le pulcinelle di mare. Si tratta di un vero e proprio trekking per il quale è bene partire attrezzati, e che dal villaggio di Mykines porta fino al faro dall'altra parte dell'isola. Alla fine del tragitto si troviamo sotto un continuo incrocio di voli: a quelli delle pulcinelle in cerca di acciughe per i piccoli si incrociano quelli dei gabbiani, che cercano di rubare il cibo alle pulcinelle. E poi, in un continuo gioco di intrecci di traiettorie, appaiono le bianche ali delle sule, che nidificano sui faraglioni attorno all'isola.
Se c'è un posto al mondo dove vale ancora la pena andare è questo, e se c'è un luogo delle Faroe dove è più facile capire l'essenza di questo isola è ancora questo : a Mykines, tra le ali delle sule e i richiami delle pulcinelle di mare.
Per informazioni sui collegamenti, sugli alberghi e le escursioni alle Faroe andate al sito www.visitfaroeislands.com.